1) l'incontinenza urinaria


Può essere definita come una condizione che provoca “la l'incapacità di urinare in tempi e luoghi appropriati” il che comporta che , in realtà il problema fondamentale è il disturbo della vita sociale che tale patologia comporta, anche aldilà dell'aspetto strettamente clinico.
E’ un problema che incide soprattutto sulla popolazione femminile mentre nel maschio l'incontinenza si evidenzia essenzialmente come omplicazione di interventi chirurgici, in genere per interventi radicali su neoplasie di prostata e vescica o in pazienti che abbiano subito lesioni neurologiche al midollo spinale.
Nel sesso femminile è invece molto frequente per ragioni propriamente anatomiche , avendo le donne un sistema di controllo della continenza molto più delicato e soggetto al contempo a danni di natura ostetrica , sia nella gravidanza e , a maggior ragione, al momento del parto.
Altri fattori come la obesità, diabete, infezioni vescicali ricorrenti (cistiti, uretriti) e malattie neurologiche sono ulteriori fattori di rischio che ampliano la diffusione del problema nel sesso femminile.

La classica definizione delle tipologie di incontinenza va a distinguere le forme da sforzo, da urgenza e miste . Attualmente si tende a superare questa classica suddivisione con una più precisa analisi dei meccanismi patogenetici del problema, ma comunque rimane la base per inquadrare l’essenziale delle manifestazioni cliniche.
Nella clinica si distinguono tre grandi categorie di incontinenza in base modalità all’ origine del fenomeno :
Incontinenza da stress ( o “da sforzo”) , con fuoriuscita di urina sotto una spinta addominale come i colpi di tosse o uno sforzo fisico
Incontinenza da urgenza (o “urge incontinence”) , un situazione di comparsa improvvisa di stimolo ad urinare che può rendere impossibile trattenere la minzione
Incontinenza mista ( coesistenza di entrambe le forme)

Una classificazione più tecnica va a distingue i tipi di incontinenza a seconda se la sede della alterazione strutturale è la vescica o l’ uretra.

Le forme di incontinenza dovuta ad alterazione della vescica possono derivare :
·da una ridotta distensibilità della vescica ,a seguito di malattie infiammatorie croniche, cistite interstiziale o lesione vescicale da radioterapia ,
·dalla presenza di contrazioni involontarie della parete vescicale (cistiti recidivanti o croniche ,ostruzioni cervicouretrali, calcoli, tumori vescicali , malattie neurologiche);
I casi di incontinenza dovuti a patologia dell’ uretra possono derivare da :
·anomalie dello sfintere per ipermotilità dell'uretra , cioè l’ uretra tende a scendere sotto sforzo trascinata da una debolezza dei sistemi di sospensione del pavimento pelvico.
·da deficit proprio dello sfintere che normalmente chiude il collo della vescica garantendone la continenza. In tal caso lo sfintere non riesce a produrre una pressione atta da consentire le chiusura ermetica dell’ uretra

Il percorso diagnostico nella incontinenza si sviluppa su anamnesi, sull'esame obiettivo e indagini strumentali.
·L’ anamnesi deve ricercare la coesistenza di eventuali malattie neurologiche, cardiache , respiratorie , diabete ecc.
·L’ esame obiettivo clinico permette di valutare la tipologia della incontinenza e di quantificare il problema. Consente di evidenziare la presenza di prolasso , ipermobilità uretrale e eventuale residuo urinario postminzionale. Deve sempre considerare la possibilità che la incontinenza sia associata a patologie ben più serie come es. neoplasie vescicali.
·La indagine strumentale principale è senz'altro l'esame urodinamico.
Viene eseguito con una strumentazione computerizzata che va a valutare, mediante catetere vescicale , la pressione che si sviluppa all’ interno della vescica sia nella fase di riempimento che di svuotamento, la presenza di contrazioni autonome della vescica e la pressione di chiusura generata dalla sfintere uretrale.