3) la terapia chirurgica dell'incontinenza urinaria


La correzione chirurgica della incontinenza urinaria ha un lunga storia. Iniziata verso la fine del 1800 ad oggi sono stati ideati più di 150 modalità chirurgiche del trattamento del difetto.
Naturalmente nel corso degli anni le impostazioni concettuali alla base delle scelte chirurgiche sono state molto diverse ma sempre e comunque con risultati a distanza sicuramente non soddisfacenti.
Le cose sono per fortuna molto cambiate a partire dagli anni 90 del secolo scorso con l'introduzione degli interventi chirurgici basati sul posizionamento di una striscia di tessuto sintetico sotto l’ uretra senza che questa sia messa in tensione : tecnica cosiddetta “ tension free”
La capostipite delle metodiche è stata la cosiddetta TVT ( Tension-free Vaginal Tape ) ideata da Ulmsen è stata la vera rivoluzione chirurgica.
A questa sono naturalmente seguite molte varianti tecnologiche , pur mantenendo il concetto alla base che è quello di apporre sotto l’uretra una striscia ( sling ) di tessuto sintetico non riassorbibile che sostenga l’ uretra media e limiti la discesa sotto sforzo senza però causare una ostruzione al flusso urinario nella minzione.
Nel mondo lo sling pubo-vaginale è oggi considerato lo standar ottimate e quindi il miglior intervento nell'incontinenza femminile grazie ai buoni risultati a distanza nel mantenimento della continenza , per la ridotta morbilità e la possibilità di trattare contemporaneamente sia il difetto anatomico sia l’ indebolimento dello sfintere uretrale.
I materiali sintetici utilizzati per il confezionamene di tali benderelle ( sling) sono il Polene , il Goretex, il Mersilene, il Marlex e il Dacron.
La percentuale di cura è di circa il 92% a 5 anni per tutti i tipi di incontinenza e cica l' 86% per il deficit sfinterico isolato.

La versione di tale intervento attualmente più utilizzata al mondo è la T.O.T. ( trans obturatory tape) in cui la benderella di tessuto viene posta sotto l’uretra come un amaca.
Questa variante tecnologica si è imposta per la sicurezza operatoria ( riduzione notevole delle complicazioni chirurgiche rispetto alle altre tecniche – in particolare delle più temute) abbinando risultati a distanza molto buoni.
La morbilità postoperatoria è modesta . E’ descritta la comparsa di difficoltà minzionale nel 10% delle pazienti e la comparsa di urgenza minzionale da instabilità del detrusore nel 16% la complica.

L'intervento può essere eseguito in anestesia locale o regionale, con una degenza molto breve ed al limite anche in day-hospital.

Sfintere artificiale
Nei casi più gravi di incontinenza totale non correggibili con usuali tecniche e, soprattutto, nei casi di recidiva dopo intervento chirurgico sono utilizzabili metodiche complesse quali il posizionamento intorno l’ uretra di uno sfintere artificiale Il suo impiego è però limitato sia dalle difficoltà tecniche di uso che dal costo. In casi altamente selezionali è però l’ unica possibilità di ridare al paziente una qualità di vita accettabile.